IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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Allora Gesù cominciò a dire loro:
«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Lc 4,14-21

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,1-4; 4,14-21)
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l'anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
La liturgia è intelligente. Al resoconto del discorso di Gesù alla gente del suo paese di Nazaret, antepone il prologo del Vangelo.
L'evangelista Luca intende essere uno storico perché vuole che i cristiani si rendano conto "della solidità degli insegnamenti" ricevuti e siano convinti dell'importanza decisiva per la storia di tutti gli uomini della vita di Gesù. Per questo soltanto lui pone all'inizio della narrazione del ministero pubblico di Gesù un discorso programmatico che precisi subito lo scopo che Gesù si prefigge.
È il "manifesto" di Gesù. Eccolo: egli opera con la potenza di Dio, difatti lo Spirito è su di lui.
La sua non sarà un'opera umana, meno che mai politica, ma la rivelazione del progetto di Dio. La sua missione è quella di accogliere misericordiosamente tutti gli uomini per liberarli. È il compimento della profezia di Isaia che Gesù si appropria.
A Nazaret, quel sabato, Gesù annunciò il tempo nuovo che non avrebbe più avuto per protagonista l'uomo, ma "Dio fatto uomo".
La gente della sinagoga una cosa udì allora con chiarezza: l'inizio di "un anno della grazia del Signore".
In sostanza il Vangelo dice: non sono gli ordinamenti umani a salvare l'umanità, sarà lo Spirito del Signore. In questa affermazione c'è, se si vuole, tanto pessimismo, purtroppo fin troppo documentato dalla storia; ma c'è anche, e più grande, tanta speranza, perché ci assicura che lo Spirito è su Gesù e, perciò, su tutti quelli che fanno comunione con Gesù.
E questo riguarda l'oggi: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi ascoltate". L'oggi storico di Gesù diventa, per la forza dello Spirito, l'oggi liturgico della Chiesa, il nostro di ogni Messa.
La predica di Nazaret diventa oggi storia nostra. Se ascoltiamo!

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 3,22-30)
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Costui è posseduto da Beelzebùl.
Mai a nessun profeta del Dio vivente è avvenuta una cosa simile: che fosse dichiarato un posseduto dal demonio. Nelle dispute e negli scontri tra i veri e i falsi profeti, troviamo Geremia che viene accusato di falsità, menzogna, di non proferire la verità sul futuro di Gerusalemme. Ma si tratta di una disputa abituale in Israele tra i veri profeti e i falsi. Questa disputa in qualche modo faceva parte della dialettica abituale.
Con Gesù si va ben oltre la dialettica abituale dello scontro e della disputa su chi è vero e chi è falso profeta. Con Lui si giunge ad una malvagità e cattiveria cosi grandi da dichiararlo pubblicamente un indemoniato. Non solo. Uno a cui il capo dei demòni aveva concesso il potere di scacciare altri demòni per ingannare e trarre nella falsità le menti dei semplici, degli umili, dei piccoli, di quanti vivono da ignoranti la loro fede.
Quando i detentori della sacra scienza e della divina dottrina giungono ad una tale mostruosità teologica, è il segno del baratro infernale nel quale sono precipitati. Da luce del mondo e sale della terra si sono trasformati in fitta tenebra. Non è però una tenebra innocua, che lascia che ogni cosa cammini per inerzia. È una tenebra malvagia, diabolica, infernale, perché è una tenebra che si avvale della calunnia e della falsa testimonianza per distruggere la vera luce, il vero vincitore di Satana.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni malvagità.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 16,15-18)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Nel mio nome scacceranno i demoni
Spesso sentiamo parlare alla televisione di attentati in nome di Dio, gente che uccide delle persone in nome di una Fede.
Come si può essere tanto scellerati da compiere azioni così cattive verso il nostro prossimo, e per di più fregiarsi del titolo di "seguaci di Dio". Chiaramente sono indottrinamenti, ma anche da un punto di vista logico sono stupidaggini perché è impensabile che si possa convincere qualcuno ad abbracciare Dio utilizzando la violenza. Chi potrebbe mai avvicinarsi a un Dio che apprezzasse l'omicidio, l'insulto della persona, la mancanza di rispetto per la vita umana?
Dio è amore, pazienza, perdono, accettazione, attesa paziente e nulla ha a che vedere con l'odio, la violenza, la guerra, l'omicidio, gli attentati e chi li perpetra riesce solo ad allontanare le persone dalla Fede riuscendo soltanto a radunare persone arrabbiate e invasate.
Gesù nel Vangelo ci dice "chi crederà potrà compiere grandi prodigi se lo farà nel mio nome"
Alla base di tutto c'è il credere, credere in Dio, nel Suo amore incondizionato, nell'accettare il bene ed il male, nel perdonare chiunque. Ogni persona ha un suo percorso nella vita e ci sono traguardi che qualcuno raggiunge prima, altri che vengono tagliati in tarda età, altri ancora che non vedono mai la luce. Credere è per molti un traguardo al quale si guarda da lontano, talvolta con sospetto, altre volte con tenerezza, altre ancora con disprezzo, ma tutti siamo alla ricerca di qualcosa, di Qualcuno più grande di noi in cui credere, senza Fede in Qualcuno, senza ideali si vive una vita da sbandati, si vive alla giornata. Molti ragazzi sono contenti di vivere giorno per giorno delle belle cose che incontrano sul loro cammino, ma prima o poi si stancano e con un po' di maturità cominciano ad interrogarsi sul senso della vita, sul loro futuro, sulla morte, sena magari accorgersi di aver iniziato un percorso verso Dio.
Un cammino ad ostacoli nel quale siamo messi a dura prova dai problemi legati alla nostra condizione umana e non tutti ce la fanno ad affrontare le difficoltà, così cascano nella droga, nell'alcolismo, nella bella vita fatta di luci, sesso e discoteche, incuranti di chi hanno intorno. Sono scelte che porteranno solo a rimandare il tempo degli interrogativi.
Una volta raggiunta la Fede saremo talmente innamorati di Dio da essere pronti a fare tutto nel Suo nome, ed è Lui a dirci "Andate e predicate il Vangelo" ovvero fate conoscere ad altri i miei insegnamenti, aiutateli a camminare verso di me. Ed aggiunge "chi crederà potrà fare grandi prodigi nel mio nome e da questi saranno riconosciuti come credenti" e quindi ascoltati da chi voglia intraprendere un percorso verso il Signore.
Non guerre, non violenza, non plagio o vessazioni, ma amore, esempio, rispetto, attesa.
Chi ha Fede ha il compito di andare per il mondo a fare del bene ed il Signore gli consentirà di farlo, da queste azioni saranno riconosciuti ed ascoltati da chi si avvicinerà a loro.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!". Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il regno di Dio"». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
«Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» Lc 10, 2
La festa di due discepoli fedeli di san Paolo ci permette di dare continuità alla riflessione di ieri. Un'evangelizzazione autentica si fa generativa. La conversione di uno provoca altri a pensare e a mettersi in discussione. La fede è dono di Dio, ma la mediazione dei suoi testimoni è indispensabile. La fede cresce in noi grazie alla fede di chi ci sta vicino. Parole e gesti la mediano e attivano la ricerca comune di come incarnarla in tutti gli aspetti della vita. Vivere e lavorare insieme permettono una condivisione che permette alla comunione liturgica di diffondersi in ogni momento dell'esistenza. A volte riduciamo la trasmissione di fede al catechismo o agli appuntamenti liturgici, che ci trovano giustapposti l'uno all'altro in modo spesso passivo, magari anche stanco ed annoiato. Essere comunità cristiana non può limitarsi a questo. Timoteo e Tito sono stati con paolo costruttori di comunità in contesti in cui la parola di Dio andava inculturata. Non hanno fatto mera apologia della fede, di quell'esperienza giudea di Gesù Cristo che gli apostoli potevano testimoniare. Hanno colto il cuore dell'annuncio di Cristo e lo hanno ridetto, riscritto, rivissuto secondo categorie nuove, uscendo da schemi mentali e culturali nei quali erano nati e che avevano definito le loro persone. Oggi abbiamo bisogno di pastori, di testimoni, di educatori, di consacrati, di mamme e di papà, di giovani che facciano altrettanto.
Dunque, Signore, manda operai, di ogni tipo nella tua messe. Che non temano il lavoro, che con coraggio amino, credano e sperino con ogni uomo e ogni donna del nostro mondo
La voce di don Andrea Gallo
Arriva il momento in cui spezzo il pane con i miei randagi di strada. È il momento più bello, che mi fa capire quanto la Chiesa sia davvero santa nei suoi testimoni sconosciuti e nascosti agli occhi del mondo.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 4,21-25)
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
O non invece per essere messa sul candelabro?
La lampada è la Parola di Dio. È Cristo Gesù che in tutto il suo essere è Parola di Dio. È il cristiano, divenuto con Cristo un solo essere una sola vita. La vita del cristiano è Parola di Dio per vocazione e per consacrazione in ogni sacramento da lui ricevuto. Si è luce, si è obbligati a vivere da vera luce, figli della luce, nel Signore Gesù.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. Di fornicazione e di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi - come deve essere tra santi - né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. Piuttosto rendete grazie! Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro - cioè nessun idolatra - ha in eredità il regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l'ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: «Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà». Fate dunque molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore. E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo (Ef 5,1-20).
Non basta essere luce, come il sole è luce o come le stelle sono luce. Il cristiano, luce nel Signore, luce dal Signore, deve anche essere luce per il Signore. Deve con la Parola rivelare, manifestare, comunicare, dare ad ogni altro uomo la Parola della luce, della verità, della giustizia, della carità, della fede, della speranza, della misericordia, della pace. Il cristiano è stato mandato da Gesù nel mondo non solo per essere luce, ma anche datore della luce. La luce si dona donando la Parola nella sua purezza e verità, attinte perennemente nello Spirito Santo. Nell'annunzio della Parola non possono esserci incertezze, dubbi, ambiguità, confusioni, errori, interpretazioni, trasformazioni, cambiamenti, alterazioni. Per questo è sufficiente dire ciò che Gesù ha detto e non dire ciò che Lui non ha detto. Sarebbe sufficiente limitarsi a riferire: queste sono le esatte parole di Gesù. Mettile nel cuore. Chiedi allo Spirito Santo che te le faccia comprendere. Invocalo perché ti dia la sua intelligenza e sapienza. Basterebbe questa onestà e ci si libererebbe da una moltitudine di peccati dovuti all'alterazione, modifica e spesso cattiva eresia o parzialità nel riferire la Parola del Signore.
Un'altra verità merita di essere annunziata. Dice Gesù: Se uno è luce dalla mia luce, luce nella mia luce, mai potrà nascondere la sua luce. Può nascondere la luce nel non dire la Parola, mai potrà nascondere la luce che sono le sue opere. Il cristiano, se è vera luce, dinanzi alla tentazione di adulterio, dovrà conservare la sua purezza. Dinanzi ad un invito a rubare, o a dire falsa testimonianza, o a trasgredire un qualsiasi altro Comandamento o a rinnegare una Beatitudine, sempre dovrà conservarsi fedele alla sua luce. Con le opere mai potrà nascondere di essere discepolo di Gesù. Se uno è cristiano, lo si saprà sempre. Lo può nascondere, chi non è più luce del Signore, perché divenuto tenebra. Chi è vera luce, dovrà esserlo con le parole e con le opere.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che siamo testimoni della luce in verità e giustizia.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 4,26-34)
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Una volta seminato nel cuore dell'uomo, il regno di Dio cresce da sé. È una meraviglia di Dio tanto grande e tanto bella
quanto grande e bella è la crescita delle piante, e tanto misteriosa quanto misteriosa è la trasformazione di un bambino che cresce e diventa uomo. Così la crescita del regno di Dio non dipende dalle forze umane; essa supera le capacità umane poiché ha in sé un proprio dinamismo.
Questo messaggio è un messaggio di speranza, poiché, adottando una prospettiva umana, potremmo dubitare del trionfo del regno di Dio. Esso si scontra con tanti ostacoli. Esso è qui rifiutato, là respinto, o, in molti luoghi, sconosciuto del tutto. Noi stessi costituiamo un ostacolo alla realizzazione del regno di Dio con la nostra cattiva volontà e con i nostri peccati. È bene dunque che sappiamo che, a poco a poco con una logica che non è quella umana, con un ritmo che a noi sembra troppo lento, il regno di Dio cresce. San Paolo, che era ispirato, percepiva già i gemiti di tale crescita (Rm 8,19-22). Bisogna conservare la speranza (Eb 3,6b). Bisogna ripetere ogni giorno: "Venga il tuo regno!". Bisogna coltivare la pazienza, quella del seminatore che non può affrettare l'ora della mietitura (Gc 5,7-8). Bisogna soprattutto non dubitare della realtà dell'azione di Dio nel mondo e nei nostri cuori. Gesù ci dice questo poiché sa che il pericolo più grande per noi è quello di perdere la pazienza, di scoraggiarci, di abbandonare la via e di fermarci. Noi non conosciamo né il giorno né l'ora del nostro ingresso nel regno o del ritorno di Cristo. La mietitura ci sembra ancora molto lontana, ma il tempo passa in fretta: la mietitura è forse per domani.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 4,35-41)
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
La barca con i discepoli e Gesù addormentato vicino al timone danno alla parabola un significato ecclesiale. La barca scossa dal vento e dalle onde è un'immagine della Chiesa che solca il mare tempestoso di questo mondo prima di raggiungere "l'altra riva", scossa dalle difficoltà che giungono da tutte le parti.
La sua fede in Gesù è la garanzia della sua serenità e della sua forza per non scoraggiarsi durante la traversata e non cessare di lottare malgrado le difficoltà. Perché è sempre Gesù che orienta la barca della sua Chiesa.
Gesù dorme nella barca ma allo stesso tempo si mostra padrone e signore degli elementi materiali; e questi gli obbediscono. Egli si manifesta a noi come Dio fatto uomo. I discepoli, che non hanno potuto fare nulla contro gli elementi, contemplano, ammirati, come un uomo li domini.
La Chiesa, cioè tutti noi che poniamo in Gesù tutta la nostra fede e la nostra fiducia, guidati da lui avanziamo con sicurezza fra le tempeste di questo mondo verso "l'altra riva", dove raggiungeremo la pace e la tranquillità di Dio.