IL VANGELO DEL GIORNO III DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
DOMENICA GAUDETE
Dite agli sfiduciati: "Coraggio, non abbiate timore: ecco, il nostro Dio viene a salvarci". (Is 35,4)
IL VANGELO DEL GIORNO III DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A - GAUDETE IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Sabato
della III settimana di Avvento Anno A
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-17)
Gesù Cristo è il centro dell'universo.
I Padre lo ho promesso, i patriarchi e i profeti l'hanno atteso.
Il popolo cristiano lo ha conosciuto
e attende la Sua ultima venuta nella Gloria.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-17)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i
suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom
generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò
Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò
Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone
generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat,
Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò
Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos
generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della
deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò
Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò
Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò
Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò
Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da
Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia
a Cristo quattordici. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Dal 17 al 23
dicembre, vengono cantate nei Vespri alcune antifone particolari. Cominciano
tutte con l'esclamazione di ammirazione: "O" (da qui il loro nome popolare di
"grandi antifone O"). Si tratta di invocazioni ardenti rivolte dalla Chiesa
al suo Salvatore.
Dom Geranger diceva che queste antifone contengono tutto il midollo della
liturgia dell'Avvento. Queste grandi antifone cantano di volta in volta i
diversi aspetti messianici del Salvatore Gesù.
Prepariamoci ad accogliere il Messia come Sapienza dell'Altissimo. Lasciamo che
ci guidi sulla via della saggezza.
Gesù Cristo figlio di
Davide, figlio di Abramo
Gesù nella linea diretta di Abramo e in quella di Davide è l'ultimo figlio. Con
Cristo finisce la genealogia di Abramo e quella di Davide. In Lui il Padre
ha assolto ogni debito verso Abramo e verso Davide. Nulla deve più ad alcuno.
Non ha altre promesse da adempiere, non ha altri patti sottoscritti e giurati
con il rito dell'alleanza da realizzare. Cristo è la sua benedizione per tutte
le genti. Gesù è il discendente di Davide dal regno eterno. Nell'Unto di Dio è la benedizione per tutti
i popoli. San Paolo rivela questa verità ai Corinzi, affermando che in Gesù
ogni Parola del Padre è stata attualizzata, è divenuta sì. Cristo Signore è la
perfetta fedeltà del Padre a se stesso.
Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e
Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse
di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro
«Amen» per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in
Cristo e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la
caparra dello Spirito nei nostri cuori (2Cor 1,19-22).
Lo Stesso San Paolo nella Lettera ai Galati annunzia che è Cristo e solo Lui la
discendenza di Abramo. Aggiunge che solo chi è in Cristo diviene sua
discendenza, avvolto dalla benedizione e portatore nel mondo della benedizione
del Padre celeste.
Fratelli, ecco, vi parlo da uomo: un testamento legittimo, pur essendo solo un
atto umano, nessuno lo dichiara nullo o vi aggiunge qualche cosa. Ora è appunto
ad Abramo e alla sua discendenza che furono fatte le promesse. Non dice la
Scrittura: «E ai discendenti», come se si trattasse di molti, ma: E alla tua
discendenza, come a uno solo, cioè Cristo. Ora io dico: un testamento stabilito
in precedenza da Dio stesso, non può dichiararlo nullo una Legge che è venuta
quattrocentotrenta anni dopo, annullando così la promessa. Se infatti l'eredità
si ottenesse in base alla Legge, non sarebbe più in base alla promessa; Dio
invece ha fatto grazia ad Abramo mediante la promessa.
Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge,
in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi
un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede.
Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete
figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati
battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è Giudeo né Greco; non
c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in
Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi
secondo la promessa (Cfr. Gal 3,15-29).
Con la venuta di Cristo Gesù, finisce
Abramo, finisce Davide, finisce l'Antica Alleanza, finiscono le promesse di
Dio, finiscono le antiche profezie. In Cristo tutto si compie, si realizza.
Giuseppe è l'ultimo anello dell'Antico Testamento. Si noti bene. Gesù non è
dalla carne di Giuseppe, ma solo dalla carne di Maria. Le modalità di Dio sono
infinitamente oltre le sue stesse promesse. Giuseppe è solo Padre di adozione,
legale.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in
Gesù.
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Venerdì della III
settimana di Avvento Anno A
Giovanni era la lampada che arde e risplende.
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 5,33-36)
Io ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni.
Le opere che il Padre mi ha dato da compiere.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 5,33-36)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla
verità. Io non ricevo testimonianza da
un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento
avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a
quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle
stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha
mandato». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Nel vangelo di oggi incontriamo ancora una volta il
personaggio Giovanni Battista, e la distinzione che Gesù stabilisce tra loro
due.
Anche qui, è incontestabile che Gesù
esprime la grandezza e il carattere unico di quest'uomo e della sua testimonianza - certo
"solamente" quella di un uomo, ma per amore di Dio e soprattutto degli uomini.
Poiché questa testimonianza dovrebbe aiutarli a riconoscere il "vero"
(Salvatore), o la verità che appare in Gesù e nelle sue opere.
Ecco perché si propone qui il paragone tra Giovanni e una lampada.
Poiché Giovanni è incaricato di
illuminare i suoi contemporanei - ma egli è "come" una lampada, cioè lui
non è la luce del mondo. Egli affascina innanzi tutto gli uomini, arriva ad
attirare il loro sguardo su di sé... ma l'entusiasmo che suscita non dura a
lungo. Egli si consuma come un breve fuoco di paglia.
La sua vera e duratura importanza - quella che Gesù gli accorda a dispetto di
tutte le distinzioni che fa tra sé e lui - non è riconosciuta dagli uomini.
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Giovedì della III
settimana di Avvento Anno A
Giovanni è il messaggero che prepara la via al Signore.
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 7,24-30)
Che cosa siete andati a vedere nel deserto?
Allora, che cosa siete andati a vedere?
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 7,24-30)
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di
Giovanni alle folle:
«Che cosa siete andati a vedere nel
deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora,
che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco,
quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re.
Ebbene, che cosa siete andati a vedere?
Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
"Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via".
Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il
più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.
Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo
di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori
della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio
su di loro». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Chi è, chi era
Giovanni Battista per Gesù, e per i suoi contemporanei? Che cosa, chi sono
andati a cercare nel deserto?
Gesù cerca di delineare il personaggio di Giovanni Battista, cioè di mettere la
gente in grado di rispondere a questa domanda. Egli li interroga in tre
riprese: Che cosa si aspettavano andandolo a vedere? Una canna agitata dal
vento?... No, questo non avrebbe interessato nessuno. Ciò che si aspettavano da
Giovanni non era un uomo che li adulasse, ma che, al contrario, li chiamasse alla
conversione, nel suo modo radicale e insistente. Essi non potevano neppure
aspettare un uomo avvolto in morbide vesti - se no, avrebbero dovuto cercare
altrove. Quindi essi erano alla ricerca
di un uomo di Dio, di un profeta. E Gesù lo conferma loro: è proprio un profeta che hanno trovato. Non importa quale, ma
semplicemente il profeta: l'ultimo, incaricato di preparargli il cammino.
Quanto Gesù insiste sulla grandezza umana di Giovanni, tanto insiste nel
sottolineare la differenza tra lui e Giovanni.
Giovanni è qui per Gesù, e non il
contrario. Ma ciò che importa - e deve importare - è l'annuncio del regno di
Dio.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 7,19-23)
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al
Signore: «Sei tu colui che deve venire o
dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati
da te per domandarti: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un
altro?"».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti
cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate
e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la
vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti
risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non
trova in me motivo di scandalo!». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Sei tu l'atteso?
Giovanni conduce avanti una predicazione forte. La sua parola di fuoco fa
balenare l'opera abbattitrice della scure, quella purificatrice del fuoco, e
quella di un giudizio senza pietà e misericordia. Gesù invece accoglie gli
umili, pieno di misericordia verso i peccatori, conduce il suo insegnamento con
dolcezza e nel pieno rispetto delle persone. Allora si chiede: Ma è questo il
Messia di cui io sono chiamato a preparare la via? Forse un dubbio sulla vera
identità del Signore Gesù sorge anche in lui. Per questo invia due dei suoi
discepoli per accertarsi di essere nella verità: "Sei tu o dobbiamo
aspettare un altro?" In quel momento sta operando prodigi a vantaggio dei
più sfortunati colpiti da varie infermità e posseduti da demòni. La risposta da
riportare a Giovanni è la scena a cui stanno assistendo: I ciechi vedono, gli
zoppi camminano, i lebbrosi sono mandati, ai poveri è annunziata la buona
novella. E aggiunge: E beato chiunque non sarà scandalizzato di me. Sembra che
Gesù voglia dire a Giovanni e a noi: Badate che le mie vie non sono le vostre
vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri. Voi vedete le cose, le
persone, gli avvenimenti dal fondo della valle, io invece le contemplo
dall'alto del monte della mia divinità. Sappiate accettare con umiltà la vostra
limitatezza senza voler giudicare ciò che è infinitamente più grande della
vostra piccolezza, della vostra capacità di comprendere.
IL VANGELO DEL GIORNO III DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A - GAUDETE IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Martedì Della III
Settimana Di Avvento Anno A
Santa Lucia - Memoria
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,28-32)
È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto.
In verità io vi dico:
I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Che ve ne pare? Un uomo aveva due
figli. Si rivolse al primo e disse: "Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna".
Ed egli rispose: "Non ne ho voglia". Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al
secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: "Sì, signore". Ma non vi andò. Chi
dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi
dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete
creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al
contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da
credergli». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Giovanni e i peccatori.
Il messaggio che Gesù porta agli uomini
è un mistero; anche la sua persona venuta dal Cielo è un profondo mistero.
Nel suo insegnamento però Gesù vuol farsi capire dalla gente e dai capi del popolo.
Ricorre agli esempi che sono più efficaci. Per denunciare l'ostilità con cui i
sacerdoti e degli anziani hanno accolto la predicazione di Giovanni ricorre
alla parabola dei due fratelli. Uno tutto ossequioso verso suo padre, però non
fa corrispondere alle parole l'azione: Va a lavorare nella vigna. - Sì, padre,
ma non va. L'altro, più insubordinato e quasi ribelle, allo stesso invito,
risponde apertamente: Non ne ho voglia - ma poi, si pente, e va. Gesù rivolge
una domanda: Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Rispondono:
l'ultimo. E Gesù esplicita l'insegnamento: E' venuto Giovanni nella via della
giustizia e voi non gli avete creduto a differenza dei pubblicani e delle
prostitute. Come se dicesse: voi che vi reputate giusti, avete rifiutato la
verità; i pubblicani invece e le prostitute, che voi condannate, si convertono
e seguono la via della giustizia. Nel servizio di Dio non bastano le buone
intenzioni; occorre fedeltà pratica perché l'amor di Dio non consiste nel dire:
Signore, Signore, ma nel fare la sua volontà. Ci liberi il Signore da una
religiosità di parole priva di fatti concreti.
IL VANGELO DEL GIORNO III DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A - GAUDETE IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Lunedì Della III Settimana
Di Avvento Anno A
Il battesimo di Giovanni da dove veniva?
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,23-27)
«Non lo sappiamo».
«Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,23-27)
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i
capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa
autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch'io vi farò una
sola domanda. Se mi rispondete, anch'io vi dirò con quale autorità faccio
questo. Il battesimo di Giovanni da dove
veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: "Dal cielo", ci risponderà:
"Perché allora non gli avete creduto?". Se diciamo: "Dagli uomini", abbiamo
paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta» Rispondendo a
Gesù dissero: «Non lo sappiamo».
Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io
vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ancora una volta i dottori
della legge trascinano Gesù su un terreno scivoloso domandandogli da dove
viene il suo potere.
Ma egli tiene loro testa con abilità e, come risposta, li riduce al silenzio
con un'altra domanda.
Poiché, qualunque fosse il loro modo di rispondere, essi si metterebbero in una
situazione delicata.
Riconoscere che è il cielo che ha mandato Giovanni Battista sarebbe riconoscere
che essi hanno commesso un grave peccato non credendo in lui. Ma scegliere
l'altra alternativa è attirarsi la collera del popolo, del quale essi hanno
ancora bisogno nella loro campagna contro il Nazareno. Essi se ne escono
dunque: "Non lo sappiamo". Ciò fa sì che Gesù stesso non debba rispondere.
Gli uomini che si sono rifiutati di capire l'importanza della missione e del
messaggio di Giovanni Battista, come di trarne le conseguenze, non avrebbero
affatto potuto cogliere quella di Gesù Nazareno.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,2-11)
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle
opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui
che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e
riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli
zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti
risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova
in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle:
«Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?
Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso?
Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che
cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un
profeta. Egli è colui del quale sta scritto: "Ecco, dinanzi a te io mando il
mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via".
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di
Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di
lui». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Subito dopo il passo in cui Gesù invia i suoi discepoli (Mt
10,5-11,1) san Matteo pone questa domanda che ci tocca tanto - come ha
chiaramente toccato anche la prima comunità e colui al quale viene qui fatta
pronunciare: Non vi sono numerosi argomenti contro Gesù e il suo messaggio? La
risposta alla domanda che pongono i discepoli di Giovanni non è senza equivoci.
Vi si dice chiaramente: non esiste una "prova" da presentare. Eppure un colpo
d'occhio sui capitoli precedenti del Vangelo di san Matteo mostra bene che la
lunga lista di guarigioni e miracoli non è stata redatta a caso. Quando la si
paragona attentamente a ciò che Gesù fa rispondere a Giovanni, è possibile
trovare, nei precedenti testi del Vangelo, almeno un esempio per ogni
dichiarazione (i ciechi vedono, gli storpi camminano...). Quando Gesù dice
questo, le sue parole fanno pensare alle parole di un profeta. Bisogna che
diventi manifesto che in Gesù si compiono le speranze passate anche se molte
cose restano ancora incompiute. Non tutti i malati sono stati guariti, non
tutto è diventato buono. Ecco perché si legge in conclusione questo ammonimento:
"Felice colui che non abbandonerà la fede in me (che non si scandalizza di
me)".
Quanto a coloro ai quali questo non basta, Gesù domanda loro che cosa di fatto
sono venuti a vedere. Poiché di persone vestite bene se ne trovano dappertutto.
Ma se è un profeta che volevano vedere, l'hanno visto! Hanno avuto ragione di
andare a trovare Giovanni Battista, poiché la legge e i profeti lo avevano
designato. Eppure la gente lo ha seguito come farebbero dei bambini che ballano
sulla piazza del mercato senza preoccuparsi di sapere chi suona il flauto. La
parabola che segue, e che non fa parte del nostro testo di oggi, dà una
risposta che ci illumina: di fatto gli uomini non sanno quello che vogliono.
Essi corrono dietro a chiunque prometta loro del sensazionale.