TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di
mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal
sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù
amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo
dove l'hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro
e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e
osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non
posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e
vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè
egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore.
***
Sequenza
Alla vittima pasquale,
s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'Agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.
***
PASQUA DI RESURREZIONE IN VERSI E IN RIMA. Mt 28, 1-10; Mc 16,1-11; Lc 24, 1-12; Gv 20, 1-18
La corsa delle donne in quel giorno lontano…E'
quella che ancor oggi ti fa esser cristiano, perché è su quell'annuncio dato
con il fiatone che reggerà per sempre la nostra religione…
Sotto la croce, a voi, vi han visto tutti in faccia! Ma lo sapete o no che è a
noi che dan la caccia? Solo le vostre anime pensate siano meste? Ma se pedinan
voi cadran le nostre teste!
Calmati, e non essere così duro e impulsivo, lascia loro spiegare questo
improvviso arrivo; se son giunte a quest'ora, e son così eccitate…che cosa è
mai successo? Avanti, su, spiegate!
Parla tu , Maddalena, tu devi raccontare quello che abbiamo visto stamani
all'albeggiare; ma tutti voi tacete, sedetevi qui intorno…, non sarà più lo
stesso dopo codesto giorno.
Vedemmo il grande masso di lato, ribaltato! Le bende lì per terra, il sudario
ripiegato… Fratelli siate forti, tenetevi i ginocchi… Perché il sepolcro vuoto
han visto i nostri occhi!
E c'erano due Angeli Splendenti tra gli ulivi: - Non cercate tra i morti colui
che è tra i vivi! Lui aveva detto un giorno che era necessario morire, esser
sepolto avvolto nel sudario.
Capite adesso il nostro tanto eccitato arrivo? Che gioia dirvi che Gesù è
risorto! E' vivo! Ma un silenzio di gelo seguì queste parole, le donne si
sentiranno tremendamente sole… Poi la voce di Pietro infine sciolse i cuori:-
Voglio andare a vedere– e uscì subito fuori. Giovanni balzò in piedi, fu come
fulminato:
"Gesù! Ne ero sicuro!", e corse a perdifiato.
RIFLESSIONI
EGLI DOVEVA RISUSCITARE DAI MORTI Gv 20,1-9
È la Pasqua di Resurrezione di Gesù, un momento storico ma pieno di mistero, un
fatto inusitato e al solo ripeterlo manda in crisi i più increduli. Un Uomo è
Risorto, ma nessun uomo ha questa facoltà, il potere di disporre della sua vita
come desidera. D'altronde, se un uomo è morto non ha alcuna capacità né
possibilità di decidere come e quale azione compiere.
L'uomo mortale è limitatissimo, basta poco per patire una grave malattia, per
smarrire l'onesta identità, per perdere tutto quello che ha, anche gli affetti
più assicurati. Chi è l'uomo fatto di fango che si muove in questo mondo e
pretende di sostituirsi anche a Dio?
Alla prima tribolazione cade precipitosamente e spesso non trova alcun appiglio
per rialzarsi. L'uomo da solo è un composto di egoismo, orgoglio e superbia, si
illude di poter fare a meno di Gesù e vive con forte agitazione e crescente
apprensione, tanto che la pressione arteriosa è sempre più alta del normale.
L'umanità è poco attenta al fine dell'esistenza, ciò per cui vale la pena
vivere e sacrificarsi, essa è troppo concentrata sui mezzi che devono produrre
necessariamente piaceri incessanti, e se non li trovano in un modo cercano
altre condizioni per soddisfare la carne. Proprio la carne si decomporrà e
diventerà cenere, mentre l'anima vivrà eternamente ed è l'anima nell'aldilà a
dare forma al corpo.
A Gesù non è avvenuto questo, il suo Santissimo Corpo non si è decomposto e la
sua Anima non ha dovuto dare forma spirituale al Corpo per renderlo visibile.
Gesù è Risorto con il suo Corpo autentico, questo è l'annuncio che sconvolge
tutti, la sua Resurrezione fa tremare tutte le montagne del mondo, a cominciare
dalla catena montuosa dell'Himalaya lunga circa 2.400 km dove si trovano le
cime più alte della terra, come l'Everest (8848 metri), il K2 (8611 metri).
La Resurrezione di Gesù scompiglia tutti i calcoli umani, capovolge la forza
della natura la quale si sottomette a Lui, tutto diventa sottoposto al Figlio
dell'Uomo e nessuna cosa può sentirsi libera dal potere Onnipotente di un Dio
che mostra di poter morire nel Corpo di Carne ma di risorgere quando
stabilisce, perché è il Signore della Vita.
Gesù è il Vivente, ai suoi nemici è apparso debole dopo che aveva dimostrato
l'Onnipotenza nel far risorgere i morti, che aveva dominato ogni forma di
malattia e aveva comandato anche alla natura sconvolta in una notte di pesca
con gli Apostoli tramortiti, di calmarsi, di tacere.
«Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella
barca, tanto che ormai era piena. Gesù se ne stava a poppa, sul cuscino, e
dormiva. Allora Lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non T'importa che
moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci,
calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro:
"Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". E furono presi
da grande timore e si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque Costui, al
quale anche il vento e il mare obbediscono?"» (Mc 4,37-41).
I miracoli e l'Onnipotenza di Gesù che conosciamo dal Vangelo, non sono
assolutamente rimasti nel Sepolcro di Giuseppe d'Arimatea, non poteva avvenire
perché il Signore è Risorto, è vivo come duemila anni fa ma con il suo
autentico Corpo glorificato. Infatti dopo la sua Resurrezione per convincere
gli Apostoli che veramente era vivo, quindi Risorto, mangiava insieme a loro
del pesce, proprio come faceva nei tempi passati.
«Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano
accorti che era Gesù. Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da
mangiare?". Gli risposero: "No". Allora disse loro:
"Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La
gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora
quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon
Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché
era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la
barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra
se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso or ora".
Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di
centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava
domandargli: "Chi sei?", poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.
Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere
risuscitato dai morti» (Gv 214-14).
Mi commuovono questi brani, la bontà di Gesù è indefinibile, non ci sono
termini per darle una adeguata valutazione. Fece trovare un fuoco di brace e
del pesce che si arrostiva, anche del pane, tutto era comunque un miracolo,
tutto apparso dal nulla, come solo un Dio vivo e vero era capace di fare.
La società oggi non aiuta a vivere cristianamente e anche i cristiani deboli
vengono assorbiti in un vortice di vanità e di vita sprecata, perdendo ogni
riferimento verso Gesù per la forza irresistibile delle pressioni esterne che
arrivano da moltissime parti.
Molti cristiani non sono più convinti che Gesù è vivo, perché non ne fanno più
esperienza e nelle difficoltà non Lo cercano, si rivolgono altrove... Gli
innumerevoli peccati che commettono come i grandi peccatori, li indeboliscono
sempre più e l'anima perde ogni tensione verso Dio. Anche il cristiano diventa
un peccatore incallito e può essere nemico di Gesù imitando il traditore
impiccato.
Non lasciamoci portare via Gesù dai personaggi che tentano di rubarci l'anima
con le loro teorie assurde che interpretano con maestria. Se andiamo a leggere
la vita che conducono... restiamo disgustati. Pubblicamente si mostrano sani e
puri... ma il loro intento e farci staccare da Gesù Risorto.
Non permettiamo a chiunque di distruggere la nostra Fede, la nostra sicura
certezza che Gesù è Risorto, è vivo e vero.
La Madonna oggi è raggiante di gioia per la Risurrezione di Gesù, e La
ricordiamo così, anche se il suo Cuore soffre per tutti noi!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 28,8-15)
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le
donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro
incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i
piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare
ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e
annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si
riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma
di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di
notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo". E se mai la cosa venisse
all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni
preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni
ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi. Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
Diedero una buona somma di denaro ai soldati.
Un uomo potrà comprarsi il silenzio dell'intero universo, mai potrà comprarsi
la voce del Signore, del Creatore, del Redentore dell'uomo. Dio entra con
divina onnipotenza nella storia e svela i pensieri dei cuori. Non c'è uomo
sulla terra che possa oscurare la luce che risplende dal corpo glorioso di Gesù
Signore. Allora perché i sacerdoti comprano la falsa testimonianza dei soldati
posti da essi stessi a guardia della tomba di Gesù perché nessuno potesse
rubare il suo corpo? La risposta è duplice. Perché il mondo pagano fosse
testimone della risurrezione. Perché il mondo pagano e non gli apostoli
l'annunziassero al popolo dei Giudei. Perché i capi dei sacerdoti
manifestassero al mondo pagano quanto grande è il loro odio contro Cristo e
contro la sua verità. Essi ancora non conoscevano fin dove può giungere la
malvagità e la cattiveria anche dei cultori della vera religione: fino ad
uccidere il loro Signore, fino a negare l'evento più strepitoso, più
onnipotente, più rivelatore del governo del loro Dio sugli eventi che si
verificano sulla nostra terra. Dio è il vincitore in eterno della morte.
Con il denaro si comprano le coscienze e per denaro le coscienze si vendono.
C'è un vero mercato delle coscienze. È un mercato universale, abbraccia ogni
uomo, non conosce religione, supera tutte le strutture della storia, raggiunge
anche le terre più remote, lontane. Il denaro è vero strumento di Satana perché
il suo impero di male si diffonda e si espanda in mezzo all'umanità. Per denaro
si possono condannare gli uomini alla loro stessa distruzione. Oggi le grandi potenze
economiche non hanno forse deciso di comprarsi gli uomini che hanno potere su
altri uomini, obbligandoli a scrivere per i loro popoli leggi disumane e
nefaste, annientatrici dello stesso genere umano? Potenza del denaro? No!
Debolezza della coscienza dell'uomo che si vende al migliore offerente. Non è
la forza di chi compra che fa paura. È invece la debolezza di chi si vende. Ora
questa debolezza solo Cristo la vince e la fede nella sua risurrezione. Dove
Cristo regna in un cuore, la coscienza è forte, non si vende, non si lascia
comprare. Dove Cristo non regna, la coscienza è debole e si vende e si compra.
A Pietro per denaro gli è stato chiesto di vendere lo Spirito Santo. La sua
risposta è immediata, è un rifiuto forte e deciso: «Possa andare in rovina, tu
e il tuo denaro, perché hai pensato di comprare con i soldi il dono di Dio! Non
hai nulla da spartire né da guadagnare in questa cosa, perché il tuo cuore non
è retto davanti a Dio. Convertiti dunque da questa tua iniquità e prega il
Signore che ti sia perdonata l'intenzione del tuo cuore. Ti vedo infatti pieno
di fiele amaro e preso nei lacci dell'iniquità» (At 8, 20-23). Sappiamo che
nella Chiesa vi fu un tempo in cui tutto si comprava e tutto si vendeva. Era il
secolo oscuro della simonia. Se la simonia per denaro può essere anche
dichiarata illecita e peccaminosa nella Chiesa, rimane sempre la simonia degli
obblighi, dei favori, delle riconoscenze, del paternalismo, dell'amicizia. Ogni
cosa che avviene per un qualche interesse, che non sia l'esclusivo interesse di
Cristo è simonia, o materiale, o spirituale. Essa è sempre peccato dinanzi a
Dio. È questo l'intrinseco male della simonia: sposta l'asse dagli assoluti e
preminenti interessi di Gesù Signore e del suo regno agli egoistici interessi dell'uomo.
La simonia è distruzione di Cristo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci liberi per Gesù
Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,11-18)
In quel tempo, Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre
piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti
l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo
di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno
portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse
Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che
fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu,
dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella
si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù
le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va'
dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio
vostro"».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò
che le aveva detto. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Accanto alla Vergine Madre, Maria Maddalena fu tra le donne che collaborarono
all'apostolato di Gesù (Lc 8, 2-3) e lo seguirono fino alla croce (Gv 19, 25) e
al sepolcro (Mt 27, 61). Secondo la testimonianza dei vangeli, ebbe il
privilegio della prima apparizione di Gesù risorto e dallo stesso Signore
ricevette l'incarico dell'annunzio pasquale ai fratelli (Mt 28, 9-10); Gv 20,
11-18).
Il cardinale Carlo Maria Martini al riguardo commentava: «Avremmo potuto
immaginare altri modi di presentarsi. Gesù sceglie il modo più personale e il
più immediato: l'appellazione per nome. Di per sé non dice niente perché
"Maria" può pronunciarlo chiunque e non spiega la risurrezione e nemmeno il
fatto che è il Signore a chiamarla. Tutti però comprendiamo che
quell'appellazione, in quel momento, in quella situazione, con quella voce, con
quel tono, è il modo più personale di rivelazione e che non riguarda solo Gesù,
ma Gesù nel suo rapporto con lei. Egli si rivela come il suo Signore, colui che
lei cerca».
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli]
erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici
chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era
accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si
avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi
lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome
Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi
è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò
che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole,
davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre
autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno
crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele;
con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma
alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla
tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto
anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei
nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma
lui non l'hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i
profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare
nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in
tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse
andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e
il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e
lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli
sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi
il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava
le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti
gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il
Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era
accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gi evangelisti ci consegnano, condensata in un racconto, l'esperienza pasquale
che porta una risposta sempre nuova a coloro che si interrogano.
San Luca racconta dei due discepoli in cammino il giorno di Pasqua: lontano da
Gerusalemme e dalla comunità degli altri. Essi vogliono lasciare dietro di sé
il passato che li lega a Gesù, ma non possono impedirsi di parlare senza sosta
del peso che hanno sul cuore: Gesù è stato condannato, è morto sulla croce...
non può essere lui il Salvatore promesso. Tutti e due, immersi in se stessi,
non riconoscono colui che li accompagna sul loro cammino di desolazione. La
fede nella potenza di Dio non basta loro per superare la morte. Ed è per questo
che non capiscono cosa egli vuole dire quando fa allusione a Mosè e ai profeti.
È a sera, nell'ora della cena, mentre egli loda il Signore spezzando e
dividendo il pane, che i loro occhi e i loro cuori si aprono. Anche se non
vedono più Gesù, sono sicuri che è rimasto là, vivo; che lo si può incontrare
attraverso la parola, e le cene. Con questa certezza, fanno marcia indietro per
ritornare a Gerusalemme, nella comunità dei discepoli. È qui che si riuniscono
e discutono gli avvenimenti di Pasqua, sui quali si basano i principi della
fede. "È risuscitato e apparso a Simone" (il primo degli apostoli): ecco una
delle frasi nelle quali si inserisce l'incontro pasquale dei due discepoli di
Emmaus.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 24,35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò
che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il
pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e
disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un
fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel
vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e
guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo
questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse:
«Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce
arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi:
bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei
Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e
disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo
giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il
perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete
testimoni». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Vangelo di oggi è uno dei momenti più suggestivi, vediamo anche che Gesù mangia del pesce arrostito con gli Apostoli ma prima domanda: "Avete qui qualche cosa da mangiare?".
Anche se gli Apostoli Lo avevano già visto Risorto, erano ancora presi da un
timore deferente e rispettoso verso Gesù e non trattavano con Lui come quando
giravano per le città. Anche allora nutrivano un rispetto superiore quasi alle
loro capacità, dopo la Risurrezione erano esitanti e imbarazzati.
Gesù appariva agli Apostoli ed essi nutrivano maggiore rispetto. Era Risorto,
glorioso e gli Apostoli Lo percepivano non come l'Uomo che per tre anni girava
a predicare con loro, Lo identificavano con una visione molto più spirituale.
D'altronde, se Gesù è Risorto dalla morte non può che essere il Figlio di Dio.
Gesù è capace di far risorgere quanti sono morti nello spirito e vagano nel
mondo senza meta, seminando corruzioni nelle loro giornate e profondamente risoluti
nel fidarsi solamente delle loro potenzialità. Non solo i più deboli, anche
quelli che rivestono incarichi di responsabilità cadono in continui errori se
la loro Fede non è la vera bussola.
Sono molti quelli che hanno ricevuto molti talenti da Gesù e li consumano
banalmente negli errori, seguono le loro opinioni e sono allergici alla verità,
non vogliono conoscere la verità per orgoglio, spesso anche per incapacità
intellettuale.
Gesù ci chiama a diventare testimoni credibili del suo Vangelo, se non c'è
ancora questa disponibilità, bisogna chiederla ogni giorno.
Già in questa vita i veri credenti cominciano ad assaporare, a vivere, ad
avvertire interiormente gli straordinari frutti dello Spirito Santo.
"Il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza e dominio di sé" (Galati 5,22).
Cosa non darebbe tanta gente per possedere questi frutti concessi dallo Spirito
Santo?
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 21,1-14)
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E
si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo,
Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse
loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con
te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano
accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da
mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla
parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a
tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù
amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il
Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si
gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la
rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di
metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». Allora Simon
Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré
grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro:
«Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?»,
perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo
diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai
discepoli, dopo essere risorto dai morti. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gli Apostoli, che avevano lasciato le loro reti per seguire il Maestro e
diventare pescatori di uomini, dopo i giorni tremendi della passione, morte e
risurrezione del Signore, erano rimasti sconvolti da quegli eventi tragici ed
erano molto scoraggiati. Non rimaneva altro che tornare al loro lavoro
ordinario di pescatori, al loro lago di Tiberiade, nei luoghi dove avevano
vissuto con il Maestro. Ma in quella notte «non presero nulla» e le reti,
tirate nella barca, vuote, stavano lì a dimostrare il fallimento delle loro
speranze. Quando ormai tutto sembrava finito, Gesù in persona viene a cercare
con amore immutato le sue pecorelle', nonostante la loro fuga e i loro
tradimenti sulla via del Calvario.
Ad un tratto risentono una voce dal timbro inconfondibile: "Gettate le
reti!". Sebbene stanchi e sfiduciati, obbediscono e gettano le reti «dalla
parte destra della barca». In quella voce riconoscono subito l'eco
indimenticata di quella ascoltata in passato su quel lago e che li aveva
ammaliati. La pesca è miracolosa, abbondante oltre ogni dire. A questo punto
riconoscono il Signore. L'efficacia della Parola di Gesù apre loro gli occhi e
soprattutto il cuore. Comprendono ora meglio quello che il Maestro aveva loro
già ripetuto: «Senza di me non potete fare nulla» (Gv 15,5). Solo con Lui
l'impossibile diventa possibile!
È sempre il discepolo che Gesù amava ad accorgersi per primo e a riconoscere il
Risorto - come quel mattino di Pasqua nel sepolcro vuoto - e lo dice subito a
Pietro: "È il Signore!". E su quella riva del lago di Tiberiade i
discepoli fanno l'esperienza viva della comunione col Maestro. Gesù ha già
preparato con tenerezza per loro «un fuoco di brace» e aspetta il pesce preso
nella pesca miracolosa: è il banchetto del Risorto con i suoi!
"Questo insieme di ricordi e di sentimenti è magnificamente espresso nel
racconto dell'apparizione di Gesù sul lago di Galilea. La barca dei discepoli
si avvicina alla sponda: essi rientrano dalla pesca andata a vuoto. Un uomo li
chiama dalla riva e li invita a gettare ancora una volta la rete, ed essi lo
fanno. Il pesce abbonda e subito Giovanni comprende. Dice a Pietro: "È il
Signore"! (Gv 21,7). Queste tre parole bastano perché anche Pietro
comprenda e si getti nell'acqua per raggiungere il Maestro. "È il Signore"!
Per loro ormai non ce n'è un altro"
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 16,9-15)
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria
di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad
annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma
essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino
verso la campagna. Anch'essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non
credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per
la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che
lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate
il Vangelo a ogni creatura». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ma non credettero neppure a loro
L'Evangelista Marco mette in grande evidenza la non fede dei discepoli allorquando
viene loro annunziato che Gesù è risorto e si è manifestato. Inutile cercare di
costruire la storia del mattino dopo il sabato mettendo insieme i singoli
elementi dei quattro Vangeli. Nessuna concordanza sarà mai possibile. Ogni
Evangelista è annunziatore di una verità a se stante. Rimane intatto solo il
nucleo storico degli agenti principali o essenziali al racconto: Cristo
Risorto, Maria di Màgdala, le altre donne, i discepoli di Emmaus, gli Apostoli.
In Marco tutto è finalizzato a creare negli Apostoli la fede in Cristo Risorto.
Ma sempre gli Apostoli si rifiutano di credere. Questa è la verità del Vangelo
di Marco. Allora è giusto che ci chiediamo: perché il secondo Evangelista
concentra tutto sulla volontà di non voler credere da parte degli Apostoli del
Signore? La verità ce la rivela Paolo nella Prima Lettera a Timoteo. Anche Lui
si rifiutò, si ostinò nel non voler credere in Cristo Risorto e soffocava la
luce di Cristo uccidendo i suoi discepoli, o trascinandoli nelle prigioni.
Tutto lui faceva per spegnere Cristo.
Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché
mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un
bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia,
perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore
nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è
venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma
appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in
me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di
esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re
dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli
dei secoli. Amen (1Tm 1,12-17).
Come in Paolo la sua ostinazione diviene elemento essenziale nella sua
predicazione - Lui è stato strappato dalla non fede dalla potenza della luce
del Cristo Risorto, da essa accecato e piantato per grazia e misericordia in
Cristo verità di tutte le Scritture - così gli Apostoli non sono venuti alla
fede perché trascinati da altri o perché vi era in essi un bisogno di colmare
il vuoto lasciato dal Maestro. Essi credono nella risurrezione perché Cristo
stesso, così come ha fatto con Paolo ha operato con essi. È venuto lui in
persona, si è rivelato, manifestato, mostrato. Loro non vanno per il mondo per
un sentimento vago del loro cuore, ma perché lo stesso Gesù Risorto ha dato
loro questo mandato: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni
creatura. Nulla è dalla loro volontà, nulla dal sentimento. Tutto invece è da
Cristo Gesù.
Roma, città nella quale Pietro e Marco vivono l'annunzio del Vangelo c'è poco
spazio per una fede fondata sul sentimento o sull'esaltazione e neanche se è
fondata su altrui esperienze. Pietro deve attestare ad ogni cuore che neanche
Lui ha creduto, anche Lui ha avuto paura di testimoniare Cristo, anche Lui ha
dubitato della Parola del Maestro. Questo gli conferisce somma credibilità. Lui
non si presenta come un vincitore, ma come uno sconfitto sempre salvato
dall'amore del Maestro. Come Gesù ha salvato Lui, salverà tutti loro, a
condizione che in Lui credano e da Lui si lascino condurre di luce in luce,
allo stesso modo che Pietro si è lasciato condurre di luce in luce. Se il
missionario di Gesù annunzia il Vangelo dalla concretezza storica della sua
vita, è sempre più facile creare fede nei cuori, altrimenti potrebbe anche
apparire come un ingannatore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci missionari
credibili.